L'Ordine oggi
I CERTOSINI
L'Ordine oggi
Nel 1984 è stato celebrato il 900° anniversario del giorno in cui San Bruno,
entrando con sei compagni nel deserto di Chartreuse, ha iniziato quel cammino che dura tutt'oggi.
Oggi nel mondo vi sono 19 case di certosini (con circa 370 monaci)
e 5 case di certosine (con circa 75 monache). Queste ultime si trovano in Francia, in Italia e in Spagna.
Le case dei monaci si trovano in Europa, negli Stati Uniti e in America Latina,
tra queste una è in fase di costruzione in Argentina (dal settembre 1997). Attualmente è al vaglio la possibilità che l'Ordine certosino si estenda al di fuori del mondo occidentale:
l'ultimo Capitolo Generale ha deciso di costruire una nuova certosa in Corea.
Il governo dell'Ordine
L'autorità suprema dell'Ordine certosino appartiene al Capitolo Generale,
che si riunisce ogni due anni presso la Gran Certosa, "madre e culla di tutto l'Ordine".
Durante tale Capitolo, il Definitorio, otto monaci eletti dai priori (vale a dire i superiori) delle certose, forma una sorta di organo esecutivo e l'Assemblea plenaria l'organo legislativo.
Fra un Capitolo e l'altro, l'Ordine è governato dal Priore della Gran Certosa che chiamiamo
il "Reverendo Padre", assistito da un Consiglio.
Un altro elemento molto importante nel governo dell'Ordine è l'istituzione dei Visitatori:
ogni due anni, due padri, di solito priori, fanno visita a ciascuna certosa.
Gli Statuti
Bruno è stato per i suoi fratelli un modello vivente, ma non ha redatto alcuna regola monastica.
Lui e i suoi primi successori, " ...rimanendo sotto la guida dello Spirito Santo, formarono gradatamente, con l'aiuto dell'esperienza, una propria consuetudine di vita eremitica, che veniva tramandata
ai posteri non per mezzo di scritti, ma con l'esempio.."
Statuti 1.1
Fu Guigo, quinto priore, che ha redatto per iscritto le Consuetudini in uso alla Gran Certosa:
questo è il primo testo scritto della Regola certosina. In seguito sono state necessarie aggiunte o modifiche per adattarsi alle nuove circostanze storiche e ambientali.
Ben presto i Certosini hanno chiamato la loro Regola di vita Statuti.
Dopo il Concilio Vaticano II furono redatti, nel 1971, gli "Statuti rinnovati dell'Ordine certosino".
Questi sono stati nuovamente revisionati per renderli conformi al nuovo codice
di Diritto Canonico del 1983, e approvati dal Capitolo Generale del 1987
col nome di "Statuti dell'Ordine Certosino". Gli Statuti, vera sintesi di spiritualità monastica,
sono per noi la trasmissione di un cammino di preghiera.Ci guidano a quella contemplazione
(chiamata da Guigo II, scrittore certosino del XII sec. "sapida conoscenza" di Dio),
alla quale consacriamo l'intera nostra vita.
Prima di entrare in monastero
Chi valuta l'idea di entrare in un monastero certosino deve innanzitutto maturare seriamente
il proprio desiderio nella preghiera. Una decisione simile non si prende così, su due piedi.
Poi dovrà contattare un monastero, esponendo, per quanto possibile, ciò che l'attira verso la vita certosina. Gli verranno senz'altro chieste alcune informazioni ulteriori sugli studi, sulla famiglia, ecc.
Se sarà il caso, gli verrà proposto un ritiro nel monastero in modo che possa fare esperienza di questa vita. In nessun altro caso i certosini ospitano persone che vogliono fare ritiri spirituali.
Se l'esito del ritiro sarà positivo, è possibile che si permetta all'aspirante di entrare,
se si sente pronto, oppure gli si chiederà ancora un periodo di prova (chiamato "prepostulato").
Postulato e noviziato
Al momento del suo ingresso nel monastero, l'aspirante inizia il postulato che dura da tre mesi a un anno. Al termine del postulato, se la sua vocazione ha trovato conferma, vestirà l'abito certosino
e comincerà il noviziato, che dura due anni.
Emetterà quindi i voti temporanei per tre anni, che verranno poi rinnovati per altri due.
Al termine di questi ultimi due anni ha luogo la professione solenne,
con la quale il monaco s'impegna per sempre davanti a Dio e davanti alla Chiesa.
I certosini non accettano persone di età superiore a 45 anni..
Padri e Fratelli
Una comunità certosina è costituita da monaci del chiostro, già sacerdoti o in procinto di diventarlo (Padri) e dai monaci conversi o donati (Fratelli).
I monaci del chiostro vivono una solitudine più rigida.
Non escono mai dalla cella al di fuori delle occasioni previste dalla Regola,
(di solito tre volte al giorno per la liturgia; un po' più spesso la domenica).
Le loro occupazioni sono la preghiera, la lettura, il lavoro (taglio della legna per scaldarsi d'inverno, giardinaggio, dattilografia, artigianato...).
I Fratelli assicurano, col loro lavoro fuori della cella, i diversi servizi alla comunità (cucina, panetteria, falegnameria, sartoria, lavanderia, orto, frutteto, lavori nei boschi...).
Si tratta dello stesso ideale, vissuto in due modi diversi.
Anche i Fratelli lavorano il più possibile in silenzio e in solitudine.
Anche loro trascorrono molto tempo in cella, ma meno dei Padri. È per questo che vivono in celle più piccole. Le due soluzioni sono complementari, formano l'insieme della Certosa e corrispondono alle diverse attitudini di chi desidera intraprendere la vita certosina.
Tra i Fratelli, ci sono ancora due possibilità, quella dei religiosi chiamati conversi
(monaci che fanno esattamente gli stessi voti dei Padri) e quella dei donati.
I donati sono monaci che non pronunciano i voti ma si donano all'Ordine con un impegno reciproco. Hanno usanze proprie che differiscono da quelle dei conversi: la loro assistenza agli Uffici, in modo particolare all'Ufficio della notte, è meno assidua, sono tenuti a recitare meno preghiere, ecc.
Vivono senza avere niente di proprio, ma conservano la proprietà e la disposizione dei loro beni.
Allo scadere dei sette anni, possono impegnarsi definitivamente o continuare a rinnovare la loro scelta ogni tre anni. La loro offerta a Dio non è meno vera di quella degli altri monaci, anche se adempiono a compiti più difficilmente compatibili con le regole dei conversi.